7 piaceri cubani, prima che tutto possa cambiare
Mai cosi Cuba. Dopo la storica visita del Presidente degli Stati Uniti, Obama, ed il concerto dei mitici Rolling Stones, ora manca solo la firma ufficiale per lo stop all’embargo, e poi la Cuba dell’utopia comunista sarà solo un ricordo. Ecco allora che è proprio il momento giusto per programmare un tour dell’isola cubana per vedere con gli occhi dei #nomadimoderni quello che ora c’è ancora ma domani non si sa.. Chiamala nostalgia, chiamala decadenza: il piacere dell’effimero, o lo struggimento di poter fare qualcosa per l’ultima volta.
Per questo desideriamo consigliarti qualche esempio di piacere da non lasciarsi assolutamente sfuggire per un viaggio 'last call to Cuba'.
1. Dormire in una casa particular

Le possibilità di soggiorno a Cuba sono sostanzialmente due:
- pernottare in un hotel statale (dal piccolo albergo al grande resort sulla spiaggia);
- pernottare in una casa particular.
Quest'ultima opportunità consente di entrare in stretto rapporto con i cubani, ed è davvero un’esperienza da non perdere. Antesignani dei vari B&B dalle diverse definizioni, i “proprietari” di case con una o più stanze in sovrannumero hanno avuto il permesso di affittarle giornalmente ai viaggiatori. Ma gli spazi “in comune” sono davvero in comune, e quindi si condividono i pasti e i diversi ambienti con la famiglia, riuscendo spesso ad entrare in comunicazione e a creare veri rapporti di amicizia.
Vuoi mangiare un'aragosta? Chiedila al proprietario della casa dover pernotterai. La sera sarà pronta e servita fresca, per pochissimi CUC.
2. Mangiare in un paladar

Letteralmente "paladar"significa "palato" e rimanda all’espressione “con l’acquolina in bocca”. Si può considerare l’equivalente gastronomico della casa particular, un piccolo diner privato, l’alternativa ai ristoranti gestiti dallo Stato. In questi locali, curati nei dettagli, si mangia in genere molto bene, e passando in mattinata si può anche concordare un menu speciale su richiesta.
Un paladar consigliato all'Havana? Senza dubbio il Paladar Doña Eutemia, in Callejon del Chorro, 50 mt da Plaza de la Catedral (qui le indicazioni stradali).
3. Imparare a ballare il son
Chi legge Cuba pensa subito alla salsa. Il nome originario del tipico ballo cubano è Son, appunto padre della salsa, nato a Santiago de Cuba verso la metà del XIX secolo da una “contaminazione”, cioè dalla mescolanza tra la tradizione musicale dei colonizzatori europei e i ritmi degli schiavi africani.
Il Son è il primo ballo caraibico a coppia, non basato su coreografie di gruppo. Questo stile prese piede all'inizio del XX secolo, trovando negli anni '20 e '30, la nascita di un vero e proprio fenomeno culturale. Il Son deriva dal più aristocratico danzón, che a sua volta deriva dalla contradanza ed è sicuramente il genere più rappresentativo di Cuba, dal quale sono nati i ritmi e le melodie del Mambo negli anni '40, il cha cha cha e la salsa negli anni '50 e della timba negli anni '80.
4. Gustare mojito e sigari originali

Per strada ci sarà sicuramente qualche locale che cercherà di venderti sigari cubani: 90 su 100 si tratta di merce contraffatta. La caratteristica del puro habanos è quella di essere prodotto con tabacco coltivato a Cuba e realizzato nell’isola stessa. Attualmente sono poche le fabbriche che li producono e il controllo di qualità è elevatissimo. Il puro è da accompagnare, oltre al classico rum, con un fresco mojito nella sua ricetta originale. In tutti i nostri 'happy hour' è la menta l’ingrediente principale di questo cocktail, ma a Cuba si tratta della 'hierbabuena', una sorta di mentastro dal sapore particolare.
L'autentico Rum di Cuba? El Ron de Santiago, dove tutto è nato. .
5. Pagare Cash
Ormai siamo abituati a pagare tutto con la carta di credito, o addirittura con le app, specialmente in viaggio. A Cuba non funziona cosi, e questo riporta indietro negli anni, con il gusto di organizzare e pianificare le attività, le spese e un budget appropriato. Pochissimi bancomat e ancora meno dispositivi POS, con un rapporto più personale con le persone che vendono e procurano servizi, e la possibilità di lasciare la mancia (specie a chi lavora per lo Stato con uno stipendio medio di 18 CUC al mese). E’ importante prestare attenzione ai pesos: quelli convertibili riportano immagini di monumenti cubani, mentre quelli nazionali di eroi dell’isola; ma per il resto sono molto simili, solo che i primi valgono circa 24 volte più dei secondi; quindi occhio alle banconote che si ricevono come resto!
Consigli su dove cambiare valuta all'Havana? Appena giunto all'Havana recati all'esterno dell'aeroporto José Martì e sulla tua destra troverai un ufficio "currency", che applica un buon cambio (senza fregature).
6. Dare la mancia (solo a chi lo merita)
Visti gli stipendi medi statali, spesso i cubani hanno un secondo lavoro, che nella maggior parte dei casi ha a che fare con i viaggiatori. Non è strano vedere avvocati che diventano guide turistiche e medici che fanno il turno di sera come camerieri, mentre magari affittano anche la loro casa come particular. Ecco quindi che la mancia è appropriata quando si è soddisfatti del servizio, considerando che chi lavora per sé non se la aspetta.
7. Provare a vivere senza internet
Cuba è ancora uno dei paesi con la peggior connessione internet al mondo. Sono tantissime le restrizioni di Stato, e solo nei 'top hotel' è possibile accedere agevolmente con lo smartphone (e solo per i turisti). Gli internet-cafè non sono molti e la connessione è molto cara.
Un viaggio a Cuba può rappresentare quindi l’occasione giusta per disconnettersi, almeno per qualche giorno! Una sorta di 'dieta detox' da Internet, dai social network e dalle mail, per tornare a scoprire il mondo che ci circonda senza il pensiero di doverlo condividere o postare ma semplicemente vivendolo.
Questi sono solamente alcuni consigli per vivere un'esperienza particolare a Cuba. E tu, hai qualche altro suggerimento da dare ai viaggiatori in partenza per l'isola più frizzante dei Caraibi?
Per scoprire la "vera Cuba", scegliete un viaggio di Viaggigiovani.it