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Intervista a Stefano Calzati, lo scrittore di "In Vietnam"

Presentiamo ai nostri viaggiatori "In Vietnam", un reportage figlio del viaggio nel "Paese del Dragone" dello scrittore Stefano Calzati, autore di diversi articoli su riviste internazionali riguardo letteratura contemporanea ed emergenti culture digitali.

Il viaggio di Calzati in Vietnam è un'esperienza che racchiude insieme una ricerca di equilibrio personale e una riflessione sulla condizione umana odierna: l'andare e lo scrivere sono inscindibili e si rimescolano con gli idiomi incontrati sul cammino, mentre ai sensi è affidato il compito di offrire un rifugio alla precarietà dell'esperienza.

Dopo aver letto il libro, abbiamo conosciuto Stefano e gli abbiamo chiesto qualcosa di più sulla sua esperienza in Vietnam.

 
 

Ciao Stefano, innanzitutto complimenti per il libro. Dopo un lungo periodo in Australia hai deciso di scoprire il Vietnam, perche' proprio questo paese?

S: "Il Vietnam mi ha sempre affascinato, per la sua storia millenaria e recente. Il ritorno dall’Australia in Europa, dove non mi aspettava alcun piano preciso, era un’occasione per sostare in questo paese e assaporarne da vicino le mille sfaccettature. Come scrivo nel libro, è stato un “viaggio di decompressione” sia geografica che culturale, un lento avvicinarsi verso casa."

 

I “luoghi della memoria” sono estremamente necessari per non dimenticare e far riflettere. Cu Chi, a poca distanza da Ho Chi Minh, e' proprio uno di questi. Che sensazioni ti ha evocato la visita ai tunnel?

S: "Pur conoscendo la storia della resistenza vietnamita attraverso i libri o i film, non potevo averne testimonianza diretta (come magari capita a un vietnamita). Per questo, i cuniculi di Cu Chi hanno rappresentato per me una vera e propria esperienza diretta di quelli che furono gli stenti e le traversie affrontate dai Viet Minh. Tuttavia, quello che ho percepito è anche una massiccia ludicizzazione di questi luoghi, quasi si trattasse un po’ di un parco tematico, che ne avvilisce il valore storico e il significato per la memoria."

 
In Vietnam

Consumismo e ozio sono due concetti che ripeti frequentemente nella tua scrittura. Il tuo intento e' quello di far si che il lettore metta a confronto il modello occidentale con quello orientale oppure la frenesia dei centri urbani con il ritmo lento delle aree rurali, stili che comunque possiamo trovare anche nei nostri luoghi?

S: "Direi entrambe le cose. Senza volerlo, ovvero senza che potessi saperlo prima di visitare il Vietnam e scriverne, mi sono piano piano fatto l’idea che il paese sia caratterizzato da alcune polarizzazioni e contraddizioni, come quelle menzionate. Come dite, però, il mio tentativo è anche di riscrivere questa idea in un contesto globale, proprio perché queste tendenze possono fare anche parte di altri contesti e non voglio far pensare che sto proiettando alcune idee a priori sul paese."

 
In Vietnam

Hai attraversato il paese avvalendoti solo dei mezzi via terra, certamente il modo migliore per cogliere il particolare e osservare diversita'/similitudini. Tra il nord, il centro ed il sud del paese, hai notato differenze di usi, costumi ed accoglienza?

S: "Certo! È questo il bello del Vietnam, un paese che, sotto questo aspetto, assomiglia all’Italia: lungo, sottile, ed estremamente variegato. Le differenze maggiori tra sud, centro e nord le ho riscontrate a livello climatico: a sud era afoso, al centro pioveva incessantemente, al nord era freddo-secco (il periodo era gennaio-febbraio). Ma anche la cucina, cambia: per dire, al sud vanno più le noodles, al nord il riso e piatti speziati che si avvicinano a quelli cantonesi (la Cina è oltre il confine). E poi, almeno così mi è parso, le persone al nord tendono ad essere un po’ più riservate, tranquille, mentre al centro sud domina il delirio e una certa guasconeria."

Ogni paese ha “la sua Venezia” e Hoi An e' una di queste, ma a differenza di tante copie, sembra avere un’identita' unica. Cosa ti ha fatto innamorare così tanto di questa localita'?

S: "Come scrivo nel libro, per me Hoi An ha rappresentato una sorta di culla nella quale rigenerarmi per alcuni giorni. Forse anche perché era un periodo non particolarmente turistico, la cittadina mi ha mostrato il suo lato più paesano e accogliente. Poi, la bellezza dei canali, dei ponti e la bontà del cibo hanno fatto il resto. Devo dire, però, che durante le presentazioni del libro in giro per l’Italia ho avuto il riscontro, da parte alcuni lettori che si sono recati di recente in Vietnam, che Hoi An ha perso un po’ questa sua aria disimpegnata, a causa, neanche a dirlo, dei troppi turisti. È l’eterno problema che ritorna."

Hoi An
 

In un viaggio le persone fanno la differenza e Cham, la tua guida, sembra esser stata davvero speciale. Raccontaci un po’ del legame che avete instaurato.

S: "Cham è stata innanzitutto un’ottima guida, anche quando non era “in servizio” era sempre disposta a parlarmi dei posti che visitavamo, o di sé, o del paese, o della sua famiglia e dei loro sogni. Lo faceva semplicemente per passione, perché amava quello che faceva. Avendo poi studiato all’estero aveva una visione del mondo più aperta di quella di altri vietnamiti con cui ho parlato, i quali pure non mi hanno mai fatto mancare la loro disponibile solarità. Cham però per me è stata importante soprattutto perché mi ha permesso di entrate veramente dentro il Vietnam, non di rado smentendo alcune delle mie idee e mostrandomi anche il lato (o i lati) nascosti del paese. Per il resto, non voglio svelare di più per non “rovinare” la lettura del libro…"

 

Qual e' la localita' vietnamita che piu' di altre ti ha stregato?

S: "Senza dubbio Hoi An e la Baia di Halong. Spero che anche da mete turistiche quali ormai sono diventate non perdano del tutto la bellezza che le connota, una come borgo e l’altra come sito naturale appeso fuori dal tempo, quasi mistico."

 
>> Scopri Hoi An e la baia di Halong nel Tour Vietnam Express
 

La tua ultima esperienza in terra vietnamita e' la baia di Ha Long, meta su cui pero' non ti sei dilungato molto (forse perche' se ne parla tanto). Vuoi raccontarci qualcosa in piu'?

S: "Come dicevo, la Baia di Halong è stata per me un’esperienza spettacolare. Il non averne scritto molto è dovuto forse al fatto che non trovavo le parole per farlo e scadere nella banalità avrebbe significato “turisticizzare” il suo significato. Semplicemente sono rimasto stupefatto: questi faraglioni austeri piantati in uno specchio d’acqua quasi onice su cui aleggiava una continua bruma… La Baia, in effetti, l’ho percepita come una dimensione, più che un luogo, e a marcare la differenza è anche tutto il senso storico e filosofico che essa si porta appresso, non solo riguardo il passato di resistenza del Vietnam, ma anche in riferimento al fatto che la “Baia di Halong”, per i Vietnamiti, è là dove il drago (ovvero il paese in senso metaforico, dal momento che ha la forma di un drago) si inabissa."

 

“Partite e lasciatevi trasportare” sembra essere il leitmotiv del libro. Vuoi lanciare un monito ai giovani che vorrebbero lanciarsi in un’avventura simile ma ne hanno timore?

S: "Certo! Non ho mai conosciuto nessuno, né in viaggio, né a casa, che abbia mai rinnegato la scelta di fare un viaggio. Ho però conosciuto persone che hanno rimpianto di non averlo fatto, quando potevano. Le sfaccettature sono infinite, soggettive, contingenti. Ma qui il discrimine è tra partire o meno. È molto semplice. Partire da soli è certamente più impegnativo, ma anche più arricchente, partire con qualcuno è solitamente un’esperienza “collante” e divertente che rimane per tutta la vita. Modi diversi, ma validi entrambi: solo, siate sempre rispettosi, rimanete aperti, ascoltate, evitate rischi inutili, e preparatevi prima di partire, ovvero… leggete! Viaggiate con passione."

 

Infine, dobbiamo invitare il lettore a partire: convincilo in poche parole ad iscriversi ad un tour del Vietnam targato Viaggigiovani.it ?

S: "Il Vietnam cambia ogni giorno: un po’ lo fa adattandosi all’occidente, un po’ lo fa segnando una via creola tutta sia. Per questo, a oggi, pur nelle contraddizioni, il Vietnam rimane un paese unico da visitare: estremamente ricco e variegato nella diversità di esperienze, persone e idee che si possono incontrare. Natura, storia, una popolazione giovane e curiosa che cresce accanto a una salda nella sua volontà di preservare la storia del paese: il Vietnam ha tutto. Inoltre è un paese sicuro e, anzi, uno nel quale la disponibilità delle persone, soprattutto fuori dai grandi centri, vi sorprenderà, restituendovi un senso di condivisione e collettività che scaldano l’anima. Per il corpo c’è sempre l’ottimo cibo!"

 
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