
Sto fissando il Fish River Canyon seduto sul ciglio di un dirupo. Silenzio più assoluto. Ho tanto tempo per ripensare alla bellezza che i miei occhi hanno assaporato in queste settimane di Namibia.
Non sapevo cosa aspettarmi quel pomeriggio in cui ho raggiunto il confine dal Botswana ma stava per realizzarsi il sogno di visitare questa terra che mi affascinava da tempo. Qui ho trovato un paradiso naturale, capace di sorprendermi con montagne rocciose in mezzo alla polvere delle strade sterrate, coste selvagge e immense dune rosse.
Sono servite molte ore di guida per cogliere ogni sfumatura dei paesaggi, senza mai pianificare troppo. Sono stati gli animali incrociati sul nostro cammino all’Etosha Park e le riserve di cibo rimaste a farci scegliere quando e dove sostare. Non riesco ad immaginare un luogo sulla terra dove al mattino si possa assistere alla lotta territoriale fra due elefanti, si possa contemplare il tramonto con giraffe delineate all’orizzonte e aspettare nella notte i rinoceronti alla pozza d’acqua del resort, facendosi incantare dalle sterminate stelle e dai ruggiti in lontananza dei leoni. Per poi scorrazzare il giorno dopo per le dune sabbiose con i quadbike prima di un barbecue nel deserto e affondare i piedi nella sabbia gelida, mentre centinaia di foche si tuffano nell’oceano.
Impossibile descrivere tutto a parole, la Namibia va vissuta e esplorata, non importa come, sarà sempre in grado di sorprendervi. Proprio come ha fatto con me durante le passeggiate a Sossusvlei, quando il vento si è reso protagonista di tempeste di sabbia, riuscendo a portare via enormi quantità di sabbia. Ma non si porterà mai via i miei ricordi...
Viaggio in Namibia | Giugno 2014 | Il #NomadeModerno Luca