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Diario di viaggio India

[Credito del #NomadeModerno Andrea]

"Com’è l’India?" - mi hanno chiesto ieri. "In due parole? Paese intenso" - ho risposto. "L'India è un paese difficile da descrivere e complicato nella sua essenza; c’è una bizzarra energia". Sono nel centro di Agra, fermo e immobile ad osservare la gente al mercato. Intorno a me grandi occhi neri, forse alla ricerca dell’energia divina, forse spalancati per riceverla, forse curiosi di conoscermi. Mi guardano, sembrano riuscire a leggere il mio intimo. Cambio lo sguardo e... una miriade di mucche mi passano davanti, come fossero le regine delle strade; sparse ovunque, come i colori, le sensazioni, le emozioni.


"Ma quindi com’è l’India?" "Si ecco, è un luogo senza parole: miseria e libertà, musica e colori, deserto e oasi, cime e corsi d'acqua. Tante sfaccettature diverse da distinguere. Positive e negative, dentro e fuori. Ho visto persone in ogni angolo. Poi di tanto in tanto palazzi maestosi, edifici imponenti di Maharaja, sfarzosi e superlativi. Ma l'India vera non è nascosta nel marmo. L’India è presente negli sguardi, nei sorrisi, negli occhi scuri dei bambini che ti rincorrono sorridendo e che ti ringraziano per un pennarello. Non ci si stufa mai in questo enorme subcontinente. Agra, con il suo romantico Taj Mahal. Jaipur, la città rosa ed antica culla degli imperatori. Il Gange, il fiume che a Varanasi incontra un’aurea spirituale: ogni mattina, tutti si svegliano all’alba per dare il "Buongiorno al giorno", e pregano. C'è chi si immerge ripetutamente in acqua, chi si bagna il viso, chi canta. Gli indiani hanno fede, tanta. Non hanno paura della morte, è l’anima la vera forza. Vivono di quello che hanno. "Dio è in ognuno di noi e ognuno di noi ha un'energia tale che va oltre, basta saperla prendere!" è per questo che si parla di meditazione, musica, luci, colori. Ricorderò per sempre il mio sorriso di fronte all'immensità che si percepisce in un luogo così semplice e ricco di vita.


Ci sono due caratteristiche che risponderebbero meglio alla prima domanda: la semplicità e il tempo. Dopo l'India ho voglia di gridare al mondo intero quanto basta poco per cogliere l'essenza della vita e godere di se stessi. Poi c'è la percezione del tempo: da buoni abitudinari "statici", il tempo sembra non scorrere mai per loro. Gran parte degli indiani vivono in silenzio. Anche se in mezzo alle strade tutto è caotico, loro non hanno quella nostra tipica frenesia di fare, di organizzare ogni minuto della vita. Non hanno paura di fermarsi per pensare. Meditano, ripiegati sulle loro ginocchia, e in quei momenti sembra riescano a elevarsi e a uscire dai loro corpi - e dal loro status sociale.


Sì possiamo dirlo: l'India mette voglia di scoperta e di vita! Vivere di odori ed emozioni pure, senza precludersi nulla e credendo nelle proprie sensazioni, anche se a volte queste possano risultare false. Quindi, diamoci appuntamento fra un anno, hai tempo di scegliere quando andarci. Poi però sarò io a chiederti: "Allora, com’è l’India?" E ascolterò ogni tua parola...


Viaggio in India | Settembre 2015 | Il #NomadeModerno Luca

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